Tabù è la storia di 5 ragazze. Cinque normalissime donne che si conoscono da una vita. La vita passata è quella in cui vestivi ancora maglioni della tuta di 8 taglie più grossi; è quella in cui giravi con Onyx, Fornarina e Phard; è quella in cui avevi piacere di sederti a un tavolino, con un gioco da tavola, con Tabù. Anni in cui non avevi trilli, cinguettii, whatsappate e notifiche a distrarti da quello che era il semplice stare insieme alle persone amate. Alle amiche. Da quello che una volta era il costruire un gruppo. E non parlo di quelli virtuali, diventati oggi un vomito continuo di problematiche o di parole insulse al solo scopo di apparire la più brava e la più perfetta.
Sofia, Viola, Marilù, Ginevra e Alice. Cinque anime completamente diverse che crescono insieme da anni e si ritrovano in questa ludoteca con il gioco di una vita: Tabù. Attraverso Tabù e le domande a trabocchetto, escono fuori le verità nascoste di ognuna di loro, vengono fuori quelle parole non dette che però in amicizia non andrebbero mai celate. Vengono fuori anche cinque personalità. Così abbiamo quella fissata con il fisico, perennemente a dieta perché ha i fianchi larghi, ma che poi cede alla tentazione del cornetto portato dalle amiche. Abbiamo la libertina che cambia un ragazzo a sera, “ma riuscirà mai a tenersene uno?” è il quesito che pongono le amiche e il pubblico. Abbiamo la fidanzatina impegnata a preparare il matrimonio, ma che deve smettere di essere succube del marito. Abbiamo la tipa sincera, che ti schiaffa la verità in faccia senza filtri e passa per stronza. Abbiamo la hippy che ha girato il mondo e fonde culture diverse nella sua città natia. Tutte ad aspettare la sesta amica: Michela.
Attraverso il gioco del Tabù vengono snocciolate le storie di queste cinque ragazze che battuta dopo battuta, tirano giù i muri di cinque personalità costruite, spogliandosi di tutte le sovrastrutture culturali che la società impone e parlano tra loro senza mezzi termini. Non esiste più il “eh certo potevi dirle che ha i fianchi grandi con un pochino più di delicatezza” perché l’amicizia non implica mezze misure: quando la realtà è amara, va detta, così com’è. Questo è il primo insegnamento di Tabù, il primo messaggio che arriva dritto come una spada.
Tabù è anche una commedia ricca di simboli. La ludoteca, la torta sempre presente ad ogni scena, un portabiglietti…. il tutto porta lo spettatore al secondo messaggio più importante: l’amicizia. L’amicizia intesa come unione nel bene e nel male, un fronte unico davanti alle difficoltà che può portare a un’amica in coma, o a viaggiare per scappare dai propri problemi. È attraverso un ritmo incalzante, battute esilaranti del linguaggio di ieri e di oggi, e una comicità prettamente romana che le cinque attrici tengono il palco in maniera egregia, con semplicità e maestria. La sensazione in platea è quella di guardare una fiction tv, con un meccanismo perfettamente oliato che fila liscio senza intoppi. I cambi di scena, i cambi d’abito, le pettinature, è tutto studiato in maniera tale da risaltare e aggiungere valore alla trama. È per mezzo dei cambi d’abito, per esempio, che capiamo che trascorrono diversi mesi in poco più di un’ora.
Tabù è un prodotto davvero ben riuscito. Lorenza Giacometti, Noemi Sferlazza, Lorenza Sacchetto, Chiara David e Giulia di Turi mettono insieme un gran mappazzone di idee vincenti e per niente banali. È poi la penna abile di Alessandro Bonanni che completa il tutto facendo un uscire un capolavoro che arriva dritto al cuore. Le vicende rocambolesche infatti si interrompono per lasciare un momento di dramma molto intenso, che colpisce in pieno petto e ai più coinvolti fa scendere anche qualche lacrima. Ma è giusto il tempo di un attimo, perché poi si torna a ridere per lo step finale. Il beato fra le donne è il regista Giovanni de Anna, unico maschio visto che anche l’aiuto regia è donna, parliamo di Claudia Maria Loiacono, un uomo che ha saputo gestire cinque forti personalità e tematiche da donna per niente banali.
Un valore aggiunto per Tabù arriva anche dal reparto musicale. In sala è presente Serena Allegrucci, songwriter, compositrice delle canzoni suonate dal vivo durante la rappresentazione, che danno ancora più potenza ed emozioni. Serena ha fatto un lavoro di fino sia con la chitarra che con la voce, in maniera tale da adattarsi ai momenti di maggior intensità con presenza incalzante, regalando dolcezza e allegria nei momenti di stacco tra una scena e l’altra. Una bravissima cantautrice che si apprezza molto durante tutto il tempo.
Tre serate già sold out, una prima andata alla grande e l’aggiunta di una replica, prevista per la sera di domenica 16, sono i primi numeri di una commedia che merita un palco più grande. Che ha bisogno di una visibilità maggiore, perché il lavoro delle retrovie va premiato.
Tabù, perché scagli il primo Buzz…chi non ha mai detto Passo!